
Le Feste di Flora e i Sette Fiori Sacri
Mentre in Europa continentale e per le culture Celtiche si festeggia la settimana di Beltane, a Roma il 28 aprile cade l’inizio dei Floralia, delle festività Romane, dedicate alla Dea Flora, la Dea della Primavera, dei fiori e delle piante di cui l’uomo si ciba.
Flora a volte viene vista come una specie di aiutante di Cerere, e si pensa sia antica quasi più della dea delle messi, si sa da fonti storiche che è una dea proto romana, già adorata dai Sabini e dai Vestini.
Durante i Floralia, che duravano dal 28 aprile al 3 maggio, i nostri antenati romani si vestivano dei colori dei fiori, assistevano a spettacoli comici, e a quelli dei mimi ( in cui erano ammesse anche le donne e come recitanti), si dedicavano a ludi quali la caccia, spargere semi di legumi in giro, a rituali sessuali e a spettacoli discinti, danze sfrenate e vino ed ebrezza scorrevano a fiumi e la gente per una settimana intera celebrava la vita.
A flora erano sacri tutti i fiori di cui si facevano ghirlande, si addobbavano le case, si decoravano le donne e anche gli uomini.
Tra questi fiori nelle sue processioni venivano portati i sette fiori sacri della tradizione romana e poi bruciati nei fuochi delle offerte nelle cerimonie nei vari templi. i sette fori sacri sono appunto sacri perché si dicono nati dal sangue di alcuni Dei e venivano offerti non solo al panteon ma anche a persone speciali e per occasioni legate alla vita e alla prosperità.
Quali erano questi preziosi sette fiori?
il primo era la Rosa Rossa, nata dal sangue di Adone,

il secondo era la Viola, generata dalle tre gocce di sangue cadute dal cielo della Dea Afrodite,

il terzo era il Giglio, generato dalla Dea Diana e simbolo di purezza,

il quarto il Narciso, nato dal giovane che venne punito da Afrodite per aver rifiutato Eco, una delle sue ninfe

il quinto il Giacinto generato dal figlio di Diomede,

il sesto, il Garofano Rosa protettore delle nascite, che sarebbe nato per volontà della Dea Matuta, dea della nascita e del’alba

il settimo era l’Anemone, una ninfa tramutata in fiore da Flora gelosa.

Con questi fiori si facevano composizioni e ghirlande e quelli che non finivano nei fuochi di Flora, venivano bruciati una volta essiccati al fuoco del tempio di Vesta.
Noi oggi come possiamo utilizzarli?
Direi che mantenendo la tradizione, possiamo utilizzarli per creare sia delle composizioni in casa in questa settimana, possiamo creare un piccolo spazio per queste specie nel nostro giardino, un luogo dedicato agli Dei e a Flora, oppure possiamo raccoglierli ed essiccarli per farci un incenso, che potremmo bruciare in onore degli Dei e della Dea Flora in occasioni speciali e nelle celebrazioni estive legate alla vita e all’amore e alla prosperità.
E’ fondamentale recuerare gli antichi rituali della nostra terra, della nostra italia, che di rituali, Dei, tradizioni legate alla natura ne è piena, invece che cercare fuori tradizioni non nostre che rischiano di essere depauperate della loro valenza sacra.
Mi piace continuare a ricordare che quando parliamo di tradizione, noi italici non siamo secondi a nessuno e che se ci mettiamo d’impegno e studiamo un po la storia, troveremo certo una linea ininterrotta di conoscenze che arriva dritta fino alle epoche proto celtiche e proto romane, basta decidere di voler guardare e studiare un po. le altre culture hanno tenuto vivi i loro riti nel tempo, ma anche noi ed è fondamentale riscoprirle.
Buoni Floralia e tante Benedizioni Verdi
Annie


2 commenti
Luisa
Bellissimo post! Grazie!!!
Luisa
Annalisa
sono felice che ti piaccia! grazie a te di esserti fermata qui nel mio spazietto virtuale!